CityShow: come il teatro incontra la città 

Il teatro è per definizione uno spazio chiuso, interno, con una porta per entrare, delle sedie per sedersi, un palco per recitare. La città è per definizione spazio, territorio, luogo. Fatta di tanti spazi, territori, luoghi.

Il teatro può incontrare la città in vari modi, aprendo le sue porte, portando le sedie nei parchi e gli attori per strada, oppure scegliendo di raccontarla.

Ci sono spettacoli che la presentano come sfondo, altri che la rendono protagonista, anche senza volerlo danno voce e pensiero all'abitare.

I luoghi sono dentro ogni spettacolo, ogni rappresentazione, e così può capitare di trovarsi a risalire tutta l’Italia, scoprendo regioni, città e dialetti insieme ad un cantastorie siciliano in cerca della sua grande occasione. O senza spostarsi troppo di qua e di là gli spettacoli possono avere un luogo preciso, una regione, raccontare di una balera e di una pista da ballo che in quel modo può nascere ed esistere solo precisissimi pezzetti di provincia emiliana.

 

Ci sono spettacoli invece che non hanno come sfondo posti specifici, ma luoghi generici, posti che potrebbero non esistere, ma che hanno senso per la storia, sono di sfondo, come una casa di riposo con una strada che la separa dal cimitero. E anche se nel racconto si parla di ricordi, di lettere, di morte, amore ed amicizia, quella strada di separazione dal cimitero è importante, non ce la scordiamo più e attribuisce un senso a quella ricerca di momenti di felicità. 

 

L’incredibile poi avviene quando la rappresentazione gioca con i luoghi, con le stanze e con le porte, può capitare che esistano luoghi che sono al tempo stesso a tre indirizzi diversi e da nessuna parte. Che come su un’altalena ci si trovi in bilico, in uno spazio-tempo che credevamo essere reale e razionale, eppure, passata la notte, non si è più sicuri di nulla, neanche di essere ancora vivi.