FRANKENSTEIN&MARY

Se in principio era il verbo, allora a una scrittrice bastano poche parole ben assestate – “Fu in una cupa notte di novembre…” – per dare vita a personaggi che siano degni di questo nome: esseri viventi dotati di corpo, anima e libero arbitrio.
Questo la giovane Mary Shelley, alle prese con la stesura del suo primo romanzo, forse non lo ha ancora capito, ma una cosa le è chiara: l’unico modo per voler bene ai propri personaggi è fargli del male. I personaggi, be’, non sono così d’accordo e, tra una pausa sigaretta e l’altra, le proveranno proprio tutte per farsi scrivere un lieto fine.
Perché il mostro mica voleva terrorizzare, uccidere e nutrirsi di ghiande. Magari avrebbe preferito rilassarsi su una poltrona di velluto con un bicchiere di whisky a leggere Milton e Goethe. Per non parlare del dottor Frankenstein: alla compagnia di maleodoranti cadaveri, di notte, non avrebbe forse preferito quella della sua delicata promessa sposa?
Ma se non c’è conflitto, non c’è storia; Mary Shelley sa anche questo – e i suoi personaggi li ama così tanto da renderli immortali, indimenticabili eroi della miseria umana. A sua immagine e somiglianza.

Il romanzo "Frankenstein" di Mary Shelley è nato da una combinazione di ispirazioni e circostanze particolari. Nel 1816, Mary Shelley, suo marito Percy Bysshe Shelley e Lord Byron si trovarono a Ginevra durante un'estate particolarmente piovosa. Per passare il tempo, decisero di sfidarsi a scrivere storie horror. Durante questo periodo, Mary Shelley ebbe un incubo in cui vide una creatura terrificante, e questo incubo ispirò la creazione del personaggio di Frankenstein.
Inoltre, le conversazioni del gruppo riguardavano temi scientifici e filosofici dell'epoca, in particolare l'elettricità e il processo di animazione. Queste discussioni fornirono ulteriore ispirazione per la trama del romanzo, in cui il giovane scienziato Victor Frankenstein utilizza la scienza per dare vita a una creatura. La storia si sviluppò come una riflessione sulle conseguenze morali e sociali della scienza e dell'ambizione umana.

 


Mary Shelley completò il romanzo nel 1817 e lo pubblicò anonimamente nel 1818. "Frankenstein" è diventato uno dei capolavori della letteratura gotica e della narrativa scientifica, affrontando temi eterni come la responsabilità, l'isolamento e la moralità nella ricerca scientifica.
In parallelo lo spettacolo segue Victor Frankenstein, uno studente di scienze naturali, che crea una creatura vivente assemblando parti di cadaveri umani. Tuttavia, quando la creatura prende vita, Victor è terrorizzato dal suo aspetto e fugge. La creatura, abbandonata e respinta dalla società, cerca vendetta contro il suo creatore. Il romanzo esplora temi come la responsabilità scientifica, l'isolamento, la vendetta e la ricerca dell'identità. 

 

 

 

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