ABBEY ROAD
Lungolago, Meina (NO)
Ore 21.30
Regia: Lia Tomatis - Genere: Prosa
Un concerto-spettacolo che ripercorre le canzoni e la storia del leggendario album dei Beatles tra aneddoti e storie incredibili.
Musiche dal vivo a cura dei The Finger Pie
Enrico Bontempi (chitarra/voce)
Marco Cimino (tastiere)
Riccardo Mariatti (basso)
Vico Righi (chitarra/voce)
Simone Zangirolami (batteria)
Narrazione Riccardo De Leo
Scritto da Enrico Bontempi e Vico Righi
Una produzione Onda Larsen
Biglietti
online
intero: €13 + diritti
ridotto under 30: €10 + diritti
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in cassa
intero: €16
ridotto under 30: €13
Prenotazione obbligatoria
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Scheda spettacolo
I Beatles nel ’69 sono stanchi, disuniti e sentono che la favola sta finendo. L’hanno avvertito chiaramente durante le registrazioni di “Let It Be”, disco tormentato e carico di tensioni. Ma qualcosa li spinge a creare un ultimo lavoro: il risultato è uno dei grandi capolavori della musica mondiale, Abbey Road.
I Finger Pie, cover band dei Beatles, suonano dal vivo in questo concerto/spettacolo ripercorrendo le canzoni e la storia dell’album tra aneddoti, curiosità e storie incredibili. Sul palco con loro, l’attore Riccardo De Leo, darà voce ai racconti di Derek Taylor, l’ufficio stampa dei Fab Four.
Dopo poche settimane di convivenza a Itaca, Ulisse non ne può più di Penelope. Al suo ritorno, l’ha ritrovata troppo diversa rispetto a vent’anni prima. Parte per un viaggio che in apparenza dovrebbe essere breve, e si fa accompagnare da Telemaco, che ha imparato ad apprezzare moltissimo: è un figlio molto premuroso. Reincontra Polifemo, che è diventato placido e raffinato; la sessuologa Circe che cerca di aiutare il vergine e sessuofobico Telemaco a capire meglio se stesso; il dio Eolo che lavora in un villaggio vacanze; una sirena sordomuta; e un dio apparentemente minore, Eupallo, in realtà potentissimo dio del calcio. Ma in questo viaggio il vero scopo di Ulisse era tornare a vivere dalla ninfa Calipso, per diventare immortale, come lei gli aveva promesso. L’incontro con lei riserva nuove sorprese; e ancora più inaspettato è il finale, in cui si scopre che il cieco Polifemo è in realtà Omero stesso.
È uno spettacolo molto movimentato, pieno di colpi di scena, e intuizioni che ribaltano i cliché, ma cercando di farlo sempre in maniera motivata, fondata sulle ragioni più o meno nascoste nell’Odissea omerica: propone una riflessione sulla mortalità, l’amore, la ricerca della felicità, spesso alla luce del comico e della sua irresistibile saggezza.