MARAVIGLIE

 

Qui si conta come un giullare e un viaggiatore sopra le maraviglie dello oriente estremo piacevolmente discorrono; e anco di come le cose maravigliose che colà veder si possono, con ciò sia cosa che sien vere, fantasiose pure esse paiano.

Gran secolo di viaggiatori, il 1300. Una strana smania entra in corpo a migliaia di uomini d’ogni parte d’Europa, tranquilli padri di famiglia che un bel mattino si alzano dal letto, si vestono, stampano un bacio alle loro mogli davanti all’uscio di casa e dicono: Berta, io vado, torno tra… ventisette anni; mi raccomando non aprire a nessuno stai bene ti mando un piccione, e poi via, ventisette anni senza tornare.

Il mondo, che allora molti credevano piatto, doveva sembrar loro piatto sì ma tutto inclinato verso est, evidentemente, perché quelli che uscivano di casa, e poi dalle mura, e poi ancora dalla contrada, dalla regione, dallo stato… finivano per piegare tutti quanti verso quella direzione, e scivolavano in discesa prima nel medio e poi nell’estremo oriente, così, come nulla.

Sembrava volessero inseguire il sole, raggiungere il punto esatto in cui sorgeva, e per questo si spingevano più in là, sempre più in là, finché non finiva il mondo, e il sole, accidenti, sorgeva sempre da un’altra parte.

Per molti, invece, la vita continuava a essere com’era sempre stata. Nascevano e morivano nello stesso posto, senza quasi uscire dalle mura del paese. Erano come piante, che mica puoi toglierle dalla terra dove son nate e metterle da un’altra parte…

Fonti: Marco Polo (Il Milione), AA VV (Cronache dei viaggiatori in Terra Santa), San Brendano (Navigatio sancti brendani), etc.

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